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PIERINO E IL LUPO - una favola postmezzadrile

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DEGRADO POST MEZZADRILE presenta:

PIERINO e il LUPO 

di Sergej Prokof'ev 

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Questo progetto è nato, come quasi tutte le cose belle, in modo inatteso e casuale. Un giorno ci chiama una persona dicendo: “Ve vorrei fa’ una proposta”. Gli rispondiamo, con tipica prudenza marchigiana: “Basta che non ce chiedi li sòrdi”. Per fortuna Antonio non voleva li sòrdi: “Semo un gruppo de musicisti, noi sonemo Pierino e il lupo, ve va de riscrive i testi a la maniera vostra?” L’idea era stuzzicante, se volete anche sacrilega. Un po’ perché la memoria corre a un giorno di tanti anni fa, quando per la prima volta ascoltammo Pierino e il lupo, eseguito dall’orchestra Mozart diretta da Claudio Abbado, con voce recitante di Roberto Benigni. Insomma, ce sentivamo come quilli che se presenta co le scarpe smatate a lu santuariu de Loreto. Noi, cantori del degrado e de lo grezzo, alle prese con la bellezza della musica classica, per giunta col candore di una fiaba musicale per l’infanzia. Insomma, suona strana come na ricetta de Masterchef, tipo coniglio ripieno di scampi glassato al cioccolato. Proprio per questo, abbiamo accettato. In fondo, sono fighi i contrasti. La bellezza nasce dallo stupore come un macellà che contro ogni previsione cita Dante, o un inappuntabile professoressa che sgancia un “porcamadoro!” Subito dopo si è posto il problema di dare un volto e una voce alle fregnacce che avevamo scritto. Cillian Murphy? Bravino, ma il marchigiano lo legge da schifo. Ryan Gosling? Era alle prese col ruolo di Ken e non poteva venire. Così abbiamo concluso: “E va vè, tocca chiamà un’atra ota Mirco Abbruzzetti”. D’altra parte, noi e Mirco siamo ormai un sodalizio artistico come Mogol e Battisti, in versione campagnola. Così, eccoci qua. A raccontare una storia che nasce per l’infanzia, ma si adatta a ogni generazione. In fondo, “la messa è pe chi vo’ scordà”, diceva pora nonna. Una storia semplice, di un bambino, di suo nonno e tanti animali, impersonati da strumenti. Ma è anche un’occasione per un punto di vista sulla musica classica, su come ci risuoni intorno e ci si fissi dentro, molto più spesso di quanto sembrerebbe. Baricco scrisse che “la vita ti frega così. Ti piglia quando hai ancora l'anima addormentata e ti semina dentro un'immagine, o un odore, o un suono che poi non te lo togli più. E quella lì era la felicità”.

Buon ascolto.

Degrado Postmezzadrile

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